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Restrizioni e contagi mordono la ripresa dell'economia italiana: i numeri del bollettino di Banca d'Italia

Mercoledì 21/04/2021

a cura di Dott. Gianmaria Vianova


La ripresa dell'economia italiana è stretta dal persistere della pandemia e dal prolungamento delle restrizioni anti-contagio. Banca d'Italia ha pubblicato il secondo bollettino economico del 2021, nel quale analizza l'andamento dell'economia italiana alla fine del 2020 e fa il punto della situazione sul primo trimestre dell'anno corrente. Nel quarto trimestre 2020 il Pil italiano si è ridotto dell'1,9% rispetto al terzo trimestre, in controtendenza con i mesi estivi. Le statistiche congiunturali del Pil 2020 sono pressoché uniche dall'inizio delle serie storiche e, per questo motivo, difficili da interpretare. Nel primo trimestre 2020 il Prodotto interno lordo si era contratto del 5,5% (inizio della pandemia), nel secondo trimestre di un ulteriore 13,0% (restrizioni pesanti e picco prima ondata) mentre nel terzo trimestre, grazie all'allentarsi delle misure anti-contagio, il Pil aveva recuperato il 15,9% (un recupero solo parziale rispetto a quanto perso nel primo semestre 2020).

Il quarto trimestre 2020 si caratterizza per una dinamica negativa delle voci principali che compongono il Pil: la spesa delle famiglie si è ridotta del 2,7% rispetto al terzo trimestre mentre le esportazioni nette dell'1%. "In seguito al riacutizzarsi della pandemia, l'attività economica si è ridotta nel quarto trimestre dello scorso anno, seppure in misura inferiore alle attese. Secondo gli indicatori disponibili, il prodotto sarebbe rimasto pressoché stabile nei primi tre mesi del 2021, con un recupero dell'industria ma con una debolezza ancora persistente nei servizi", recita il bollettino di Banca d'Italia. Il primo trimestre 2021 è stato caratterizzato da una sostanziale stazionarietà della produzione industriale, accompagnata però da una contrazione del settore dei servizi (ancora frenato da restrizioni e pandemia). "Tenendo conto dei valori osservati sino alla fine di febbraio e delle nostre valutazioni per marzo, nei primi tre mesi dell'anno la produzione industriale sarebbe aumentata di poco meno dell'1 per cento rispetto all'ultimo trimestre del 2020", prevede Palazzo Koch. Stando all'indicatore settimanale dell'attività economica Itwei (Italian weekly economic index, sviluppato da Banca d'Italia) l'attività economica si sarebbe indebolita nel mese di gennaio con un recupero nei mesi di febbraio e marzo, generando nel complesso una variazione "appena positiva" nel primo trimestre. Le previsioni sulla crescita del Pil nel 2021 di istituzioni internazionali e governo si sono ridimensionate rispetto ad un semestre fa.
Il Fondo monetario internazionale stima una crescita del 4,2% per il 2021 e del 3,6% nel 2022, l'Ocse del 4,1% e 4,0%. Nel Documento di economia e finanza recentemente pubblicato dal governo italiano lo scenario programmatico di crescita del Pil ipotizza una crescita del 4,5% nell'anno corrente e del 4,8% nel 2022 (quindi 2,6% nel 2023 e +1,8% nel 2024).  Tra i vari settori, si segnala una ripresa delle compravendite immobiliari negli ultimi mesi del 2020 con un aumento dei prezzi delle case che non ha precedenti negli ultimi otto anni (+1,6% nel quarto trimestre). Si conferma anche nell'ultimo trimestre 2020 l'approccio conservativo delle famiglie italiane di fronte all'incertezza. In primis nel quarto trimestre il reddito disponibile delle famiglie è sceso del 2,1% rispetto al trimestre precedente (Banca d'Italia stima una caduta del 4,0% in assenza delle misure di contrasto attuate dall'esecutivo) ma, soprattutto, vi è una tendenza al risparmio anche nei nuclei familiari non strettamente in difficoltà finanziarie (per il 32,3% motivato dalla paura del contagio e il 17,9% per fronteggiare imprevisti). "Il 30 per cento dei nuclei riporta di aver percepito nell'ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia; il calo è più diffuso tra quelli con capofamiglia lavoratore autonomo o disoccupato e nelle zone che al momento dell'intervista erano maggiormente colpite dall'emergenza sanitaria (zone arancioni e rosse)", segnala Banca d'Italia.
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